"Tutto quello che
si vede è solo una figura. Sono figure superstiti quelle che guardano se stesse
in questa poesia di Maurizio Leo che sfilaccia il Novecento e s'insinua nei
sotterranei di questo secolo nuovo, di questo nuovo millennio. I paesaggi sono
pozzanghere. Le creature immobili. Le storie contratte. Il lessico essenziale,
strizzato come straccio, sorvegliato come se volesse, potesse sottrarsi,
sfuggire alla trama, addirittura al pensiero." (Dalla prefazione di
Antonio Errico)
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